Un ponte di parole

Apogeo EditoreAA.VV.

Un ponte di parole

a cura di Ginevra Lamberti


Nell’ambito del laboratorio “Con le parole cambiamo il mondo”, tra aprile e giugno del 2018 ho avuto l’occasione di incontrarmi ogni sabato con diciassette persone che, con ogni probabilità, non avrei altrimenti mai incontrato. Giovani donne e giovani uomini di età e provenienze e con esperienze di vita a dir poco disparate. Non li introdurrò in questa sede poiché avranno il piacere di presentarsi uno ad uno, pagina dopo pagina, con le loro vive voci. Possiamo qui accennare che per molti sabati pomeriggio avere diciassette o trent’anni, essere nati e cresciuti in Africa o in Italia, avere origini moldave o colombiane, amare o meno il sushi non sono stati motivi di separazione bensì cemento per la costruzione di una narrazione collettiva. È così che una paffuta Alice ha potuto muoversi con perfetto agio nella città senegalese di Kenieba Djidjan e fare amicizia con lo schiavo Coulibaly, che Hamed ha teso una mano a un inedito Cappuccetto Rosso in una Mestre iper-contemporanea, che la strega ha venduto qualcosa di strano al contadino mentre i grandi della terra sfoggiavano i loro sorrisi migliori in favore della stampa. Tutto questo mentre Ariel vola a Blaise Diagne da Rama e Rachid, un misterioso scrittore osserva Emanuel e il suo cappello giallo, e non fatemi neanche iniziare con Sania, Fosca, Giulia, Kumba, Aun Sanne, la minuta viaggiatrice e il vecchio saggio di Grio.