L’Anonimo del Novecento
Giuseppe Marchiori dagli esordi all’affermazione nella critica d’arte
Giuseppe Marchiori, uno dei più acuti osservatori dell’arte italiana ed europea del Novecento, nasce a Lendinara il 18 marzo 1901. Fin da subito la sua formazione si snoda fuori dai vincoli accademici assecondando diverse vie espressive: dalla pratica della pittura, all’esercizio letterario, sia in poesia che in prosa. Le prime pubblicazioni sono raccolte poetiche, accompagnate dagli interventi d’esordio sui quotidiani polesani, mirati alla riscoperta di un patrimonio di storia e cultura locale a cui poteva attingere immergendosi nel giacimento documentario di famiglia custodito nella cinquecentesca Ca’ Dolfin. Questi contributi lo pongono in contatto con la vivace stagione rodigina animata da Gino Piva, Livio Rizzi ed Eugenio Ferdinando Palmieri. Negli anni Trenta avviene la piena maturazione: Marchiori sceglie di dedicarsi alla critica d’arte ed avvia una decennale collaborazione con il “Corriere Padano” di Ferrara. I suoi interventi sono un susseguirsi di lucide recensioni ai principali appuntamenti espositivi e di serrati confronti con i movimenti d’avanguardia animati dalla volontà di collocare il dibattito culturale in una dimensione europea. Iniziano gli scambi epistolari con artisti destinati a segnare quell’epoca: da Filippo De Pisis ad Osvaldo Licini e gli astrattisti milanesi, da Renato Birolli e il gruppo di Corrente a Giorgio Morandi. Non mancano le incursioni nel mondo letterario, basti ricordare il dialogo con Umberto Saba. Superato il drammatico periodo del secondo conflitto mondiale, Marchiori promuove quell’aggregazione di pittori e scultori che debutterà alla Biennale del 1948 con il nome di Fronte Nuovo delle Arti e che, dopo decenni di isolamento, riporterà una nuova generazione artistica al centro dell’attenzione della critica internazionale. Presso la massima esposizione veneziana, negli anni successivi, sarà più volte membro di giuria e curatore di mostre sia personali che collettive. Si moltiplicano poi saggi e cataloghi che abbracciano orizzonti sempre più ampi. Un frenetico impegno che non interrompe i sodalizi prediletti, valgano come esempio i soggiorni a Ca’ Dolfin di Giuseppe Santomaso, Carlo Levi e Hans Hartung. Nella piena maturità gli ambiti degli scritti spaziano, al di là della pittura, anche in direzione della grafica e della scultura. La vastità del suo rapportarsi ai fatti artistici, fino al 1982, anno della morte, può essere misurata da una sterminata bibliografia e dai numerosissimi corrispondenti i cui carteggi sono conservati dalla Biblioteca Comunale Gaetano Baccari di Lendinara.
- titolo L’Anonimo del Novecento
- sottotitolo Giuseppe Marchiori dagli esordi all’affermazione nella critica d’arte
- autore Nicola Gasparetto
- collana Le radici
- anno 2017
- isbn 9788899479213
- formato cm 15x21
- pagine 366
- illustrazioni ill. bn e col.
- prezzo euro € 15,00
- lingua Italiano Vai al libro