Il cervo giudicato
“Il cervo giudicato” è una caravaggesca opera al nero che tende a qualcosa di incorruttibile, alla morte dell’io e del nome del padre e consuma la parola a nigredo del tempo (p. 50), dove “nigredo” non è che il primo passo – putrefazione e decomposizione – verso la creazione del ventre d’oro. A risanare la corruzione dell’io, troviamo una scrittura caratterizzata da crudo realismo, suoni aspri e, soprattutto, da un asse ideale che predilige la variazione diafasica come canale primo di comunicazione. Ne risulta un palinsesto di registri, di codici e sottocodici che arricchiscono le varianti situazionali del poema.
Ciò che la poesia di Pravo nomina non è ciò che la poesia prima di Pravo nominava. L’uomo è un’immagine, la parola lo è, ma la parola del poeta è smisurata a tal punto che egli stesso arranca come in un luogo senza misura e sconosciuto a sé stesso dove le cose fino ad allora nominate, fino ad allora immaginate si scoprono falsi miti di sé e si dispongono al silenzio. Ed è qui, nel verbo del silenzio protratto (p.33), che può nascere davvero la parola, lo scacco al verbo. (Dalla nota critica di Maria Grazia Insinga)
- titolo Il cervo giudicato
- autore Ianus Pravo
- collana Nuova Limina
- anno 2022
- isbn 9791281020030
- formato cm 15,5x21
- pagine 64
- prezzo euro 12,00
- lingua Italiano Vai al libro