Storia di Belluno

Belluno e Cadore sono termini di origine celtica, poi romanizzati. Ma le vicende che questo libro racchiude partono da molto tempo prima, da quando la Valbelluna era ricoperta da un immenso ghiacciaio profondo settecento metri. Accadeva 80.000 anni fa; l’uomo di Neandertal comparve diverse migliaia di anni dopo, se ne sono ritrovate tracce nella zona di Mel. Dalla preistoria alla storia seguendo l’asta del Piave, da sempre naturale collegamento fra l’area nordadriatica e quella transalpina, come testimoniano i reperti etruschi dei sepolcreti venetici di Cavarzano e Trichiana, che parlano di contatti culturali ed economici, di insediamenti abitativi in grado di attivare collegamenti a lunga distanza, di promuovere scambi, di attirare mercanti. Poi vennero i Celti, poi Roma, che potenzia l’arteria fluviale affiancandole le grandi vie di comunicazione di cui la strada di Alemagna è esempio parlante, con i cippi miliari di Cesiomaggiore e, più su, di Brunico. Quindi il collasso dell’impero, l’avvento del cristianesimo; ed ecco la ricomposizione carolingia, i secoli ferrei del medioevo e poi il Comune e ancora, con progressione incalzante, gli Ezzelini, gli Scaligeri, i Carraresi; infine Venezia, con cui Belluno entra a far parte della Serenissima per quasi quattro secoli, fino al 1797, a Napoleone. La storia prosegue con le varie dominazioni austriaca, francese e poi ancora austriaca, quindi l’annessione all’Italia, nel 1866, e le più recenti vicende sino alla soglia del terzo millennio. Il libro è opera di specialisti, ma si presenta con “taglio” agile, senza note o minuzie erudite; lo completano ampia bibliografia, tavola cronologica, immagini, indice dei nomi. Con quest’opera Belluno dispone ora di una completa, aggiornata ricostruzione di un passato che fu lungo, complesso e suggestivo.